lunedì 25 febbraio 2013

Recensione "Amore, orgoglio e pregiudizio" di Viviana Giorgi, Laura Randazzo e Paola Gianinetto (EmmaBooks)

Il Club Sofa and Carpet (in particolare lo Staff Club del Libro) è lieto di presentare Amore, orgoglio e pregiudizio (EmmaBooks) di cui qui, i 3 racconti recensiti per voi a cura di (Jane) Chiara Marcattili, Michela Magnani e Sara Fuochi.

"Prime Impressioni" di Viviana Giorgi

Una Bridget Jones in mussola e ventaglio in visita a Chawton!
Chiamatemi eretica ma in genere amo tutto ciò che é sequel, stravolgimento della storia, o romanzo ispirato alla Austen e ai suoi personaggi! Ovviamente se é ben fatto e conserva lo spirito di fondo, una sottile arguzia e una celata ironia, che nei suoi romanzi prendono le sembianze dei suoi personaggi, e si traducono nelle finezze stilistiche che la contraddistinguono e che le hanno permesso di parlare della società e ancor più della natura umana, per bocca di Mr Bennet, Elizabeth, Lady Catherine The Bourgh e forse persino  di Lydia Bennet.
Ma non apprezzo solo questo. O meglio, da Bridget Jones a Lost in Austen, non ho mai disdegnato nulla, anzi!
È la volta in questa sede di  prendere ad esame, siamo qui per questo, "Amore, orgoglio e pregiudizio", una raccolta di racconti ispirati al romanzo che compie oggi i suoi 200 anni di successi, immutati negli anni. 
Mi soffermerò nel particolare sulla parte prima, Prime Impressioni di Viviana Giorgi, e lascerò alle mie colleghe, il seguito dei racconti. 
Mai titolo fu più appropriato di quello della prima stesura di Orgoglio e pregiudizio, per sintetizzare l'avventura tra i due protagonisti, Gemma Savvi e Liam Alexander, che si troveranno a Chawton in occasione delle celebrazioni Austen per il bicentenario, in una cornice Regency-moderna davvero deliziosa! Una storia parallela alla storia mi vien da pensare, o meglio é quel che ho pensato all'inizio: pensavo di trovarmi nel racconto di una storia nella storia, della storia. In fondo l'occasione é questa, la presentazione di libri ispirati a Jane per la  celebrazione del bicentenario di P&P, e chi lo sa che Gemma, pardon Viviana, non sia davvero stata a Chawton, assieme alle sue due (o cinque) colleghe di scrittura a presentare il proprio libro di racconti, introdotte alla serata di reading, dall'affascinate Mr. Liam Alexander, chiamato dalla protagonista (che soggiornava nella stanza "Elizabeth Bennet"), Mr. Arroganza a momenti e in altri Mr. Fascino?!? (E aggiungo.. Vi ricorda qualcuno??) 
Non voglio proseguire con i dettagli perché ne ho anche forniti troppi al lettore, posso solo dire che quando un intreccio, anche se parallelo alla storia a cui si ispira, é ben orchestrato, la scrittura é scorrevole e la lettura piacevole e esilarante (tanto quanto le battute ferree di Mr. Bennet, anche se il tono e gli argomenti sono diversi) non si può che restare piacevolmente colpiti e divertiti quando si finisce poi per voler essere tu a dire che che dice Gemma e a restare come lei con il fiato sospeso, fino alla fine! 
É innegabile il lieto fine, ma il modo di sorprenderti con minuziosi dettagli é tutta dell'autrice, per cui il mio SI a Viviana Giorgi, e aggiungo che traspare da ogni frase e scherno tra i due, una totale devozione Austen, che quando incontra una lettrice in cui é insita la stessa, genera scintille e fratellanza immediata, che non é possibile descrivere se non viverla! 

"Per onore e per amore"
di Laura Randazzo

Mr Darcy
ha sposato Elizabeth Bennet già da molti anni, e la scena si apre con una lettera del loro primo figlio. Questi chiede al padre, con molta umiltà e garbo, di poterlo aiutare: per salvare una giovane irlandese dai dissidi in corso tra il suo popolo e la milizia inglese, è stato arrestato e non riesce con le proprie forze a farsi scarcerare. Darcy, prontamente, nascondendo la notizia alla moglie, parte per l'isola vicina e riesce a liberare il figlio, conoscendo la giovane cattolica per cui il suo primogenito era stato arrestato, e il racconto si chiude con il matrimonio dei due, nel Derbyshire.

Chi di noi lettori, che hanno amato e preso a cuore le vicende di Orgoglio e pregiudizio, si è mai chiesto cosa sia successo dopo la fine del romanzo? Jane Austen ci parlava delle cose che conosceva, e il matrimonio non era tra queste. Ma è difficile lasciare gli amici dopo averli imparati a conoscere ed apprezzare, e l'autrice di questo racconto ci da una finestra proprio su questo, per darci la possibilità di incontrare di nuovo Darcy ed Elizabeth.



L'idea di iniziare il racconto proprio con la missiva del giovane William è sicuramente interessante: come imparare a conoscere bene un personaggio, infatti, se non attraverso le sue lettere? Molti lettori che ammirano e stimano molto un particolare autore tendono a cercarne la corrispondenza per tentare di capire un po' più a fondo chi fossero, per sentirli vicini ed amici come vorrebbero in realtà, anche se spesso appartengono ad epoche diverse, in cui davanti a “book” e “mail” non vi era alcuna “e”. È sorprendente come William, figlio di Darcy ed Elizabeth, sia umile in questa prima parte di racconto. Di certo, un figlio di tali genitori non poteva che essere un gentiluomo, e quindi si esprima con tutta la cortesia e le maniere che gli si addicano. Ma proprio per la natura dei suoi genitori, come può questo ragazzo essere così poco orgoglioso di sé? È vero che Jane Austen in Orgoglio e Pregiudizio ci mostra come i suoi due protagonisti, nella reciproca conoscenza e affetto, crescano e abbandonino i peggiori lati dell'essere orgogliosi (e anche presuntuosi), ma è indubbio che sia insita una certa alterigia nella famiglia di Darcy, nonché nel carattere stesso di Lizzie – anche se questo è sicuramente dettato dal buonsenso che nella famiglia Bennet può aver l'abitudine di saltare di generazione – e quindi mi chiedo: sarebbe possibile che William, in quanto primo figlio di entrambi, sia così arrendevole nel considerare morta la stima del padre dopo tali notizie?
Certo, nel richiedere soccorso, William non poteva certo mostrare di essere fiero e spocchioso, soprattutto perché la prigionia doveva averlo molto spaventato e agitato. Ma resto diffidente al suo fare così arrendevole anche dopo, impaurito da ogni parola e gesto del padre che, per quanto “Darcy”, è uomo buono e generoso oltremisura.
Lizzie non viene resa partecipe della vicenda. Darcy le accenna poco o niente della sua lunga missiva, senza dire nulla della prigionia, e mi chiedo come sia possibile che non chieda di vedere ella stessa la lettera o non si accorga per nulla del turbamento del marito. La piccola Emma, secondogenita solo richiamata dai personaggi, non entra neanche in scena. 

Ciò che manca in Jane Austen spesso è “il mondo esterno”: parlare dell'Irlanda e del suo spirito di indipendenza può sembrare in controtendenza con questo, ma è utilizzato, in fondo, ai fini della storia e per questo si torna in linea con l'autrice di Orgoglio e Pregiudizio. Erin, la giovane – e cattolica – ragazza salvata da William si dimostra già proprietaria del suo cuore quando il padre lo va a salvare, e in men che non si dica, il racconto è concluso.
Il racconto è ben scritto e la storia accattivante, ma resta un certo sapore di frettolosità nel leggerlo. Ci sono tanti temi in poche parole, tutti solo accennati, e comportamenti dei protagonisti che trovo un poco stordenti con la mia idea dei personaggi. Pur essendo un racconto breve, vi era sicuramente spazio per parlare del cattolicesimo, per mostrare la Lizzie forte e sicura che abbiamo imparato ad amare, il Darcy taciturno eppure generoso e altruista, per farci conoscere Erin, che non dice una parola, anche se ci viene riportato parte del suo comportamento amorevole nei confronti di William, unico personaggio che iniziamo a conoscere, ma che sembra aver ereditato dai genitori il buonsenso e la forza di lottare per le proprie idee, anche se gli incontri con il padre sembrano renderlo arrendevole come non dovrebbe essere, pur con il timore e l'affetto verso Darcy.
In conclusione, il racconto mi è piaciuto molto ma c'era spazio per una narrazione più completa e profonda, nonostante la forma.

Michela Magnani

Negli occhi del Drago
di Paola Gianinetto

Come non tornare con la mente ai personaggi delle favole leggendo il racconto di Paola Gianinetto? La Bella e la Bestia, il  Drago della bella addormentata nel bosco… Ed è giusto! Cosa è mai “Orgoglio e pregiudizio” se non la più bella favola della buonanotte delle ragazze di eri, oggi e domani in tutto il mondo?  
“Negli occhi del Drago” è una riscrittura in chiave moderna del capolavoro di Jane Austen con una strizzata d’occhio allo stile di Nora Roberts. Che dire? Centro!

Sara Fuochi


Amore, orgoglio e pregiudizio
(eBook), qui

Autrici:

Viviana Giorgi
Laura Randazzo
Paola Gianinetto

3 commenti:

  1. Grazie infinite a Chiara, Michela e Sara per aver letto e recensito la nostra antologia. Immergersi nel capolavoro della Austen per tentare di renderle omaggio è stato per me emozionante e bellissimo, spero che i nostri racconti riescano a trasmettere questa emozione a tutti coloro che li leggeranno.
    Un caro saluto
    Paola

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  2. Un grande grazie anche da me, dear ladies.
    Mi riempie di gioia e mi lusinga sapere che il mio racconto sia piaciuto proprio qui, sul sofà di un club esclusivo dedicato a Miss Austen.
    Ho rischiato, e forse me ne accorgo solo ora, portando a Chawton- niente meno! - la mia protagonista. Ma io sono fatta così, non penso ai guai in cui potrei cacciarmi se un'idea mi conquista, e così ho 'profanato' forse, ma con tanto affetto, la casa di Jane.
    Grazie Chiara, Michela e Sara per averci accolte tutte e tre con grande simpatia nel vostro salotto, fra amiche.
    Siamo state benissimo.
    Viviana

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  3. Ciao Jane Chiara,
    ti ho menzionato per un premio, il Liebester Blog Award.
    Qui
    http://labibliotecadieliza.blogspot.it/2013/03/liebster-blog-award.html
    trovi tutte le informazioni!^^
    Eliza

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